In Italia a partire dall’ emanazione della legge 50/2016  nota ormai  come  vecchio codice appalti in cui il famigerato art 23 citava per la prima volta un non ben precisato formato aperto da adoperarsi per la consegna di modelli BIM laddove la stazione appaltante avesse le competenze per recepirli. A ben documentarsi poi si scopriva che questo acronimo, si riferiva all’industrial foundation class, o IFC un formato definito  con lo scopo di alleggerire, senza alterarne la geometria e le informazioni dei  gruppi di oggetti tridimensionali non più parametrici provenienti dai formati proprietari dei principali modellatori che hanno il loro  punto di forza proprio sulla parametria degli oggetti AEC utilizzati per il settore delle costruzioni, riorganizzando in classi e sottoclassi gli oggetti e  raggruppando i set di proprietà quantitative e qualitative .

Questo primo approccio codificato nella norma ISO 16739 ha reso necessario riproporre, sviluppare ampliare questo tipo di formato nell’ottica in primo luogo di riuscire a leggere le informazioni da tutti i formati convertiti senza alcuna perdita di dato e di ampliare le classi di oggetti esportate e classificate appartenenti ad altri ambiti di progettazione come quella  di infrastrutture e reti e progettazione ferroviaria(IFC 4.3).

La diffusione, l’utilizzo dei formati aperti ne ha fatto comprendere presto il limite, in termini di restituzione spaziale e geometrica, e di dati qualitativi dei formati aperti, oltre alle necessità di contemplare sempre più informazioni inerenti il dato  e la necessità di renderli in grado di includere maggior numero di metadati inerenti gli altri ambiti disciplinari.

A Partire dal 2010 sono sati definite varie definizioni MVD (definizioni viste di modello) create per modelli specializzati e mirati ad un determinato utilizzo, IFC 2×3 coordination view,  IFC 4 per il trasferimento dei dati  progettuali. Ciò ha generato varie declinazioni che si sono visti emanare nel mercato delle costruzioni italiane portando a standardizzare anche tutti le  procedure operative di controllo di verifica e di validazione relativamente a questo tipo di formato. Sono pertanto comparsi altri formati standard utilizzati, xml compatibili che semplificano tutti i processi produttivi svoti con gli ifc. Ad esempio la classificazione in un building smart data dictionary (BSDD) che a sua volta rappresenta la traduzione in formato aperto delle classi gerarchiche dei sistemi di classificazione ben noti nella metodologia BIM o formati   finalizzati a contenere informazioni di scambio come il bim collaborate format (BCF)   utilizzato per il lavoro in condivisione e il controllo di coeren

za dei modelli federati in formato aperto, ovviamente attraverso specifiche piattaforme vere e proprie api o piattaforme web finalizzata al telescopi. Infine l’information delivery specification IDS formato che andiamo a trattare più avanti utilizzato per la verifica di requisiti informativi come da capitolato Informativo/ Pgi  (IDS) basati sempre sullo schema XML struttura di cui si compone il formato ifc in grado di definire contenitori operativi per i formati IFC.

 DALLA VALIDAZIONE MANUALE A QUELLA AUTOMATICA

Volendo pertanto approfondire l’uso e il significato del formato IDS, esso esiste già da tempo e ultimamente ha visto una recente emanazione da parte della BSI inglese appena nell’estate 2024. Si tratta dello strumento di verifica delle direttive contenute in termini livelli di fabbisogno informativo (LOIN) nel capitolato informativo e nel piano di gestione informativa, codificati  appunto in un formato che viene creato con dei cosiddetti il IDS maker. Tra questi, ad esempio il plugin della piattaforma BIMVISION, ed anche altre piattaforme  italiane, che propongono dei costruttori di veri e propri test che processano le informazioni contenute nel IFC rilasciando un report sulla loro rispondenza ai requisiti contenuti  in un capitolato informativo. Questo tipo di formato fa presagire ad un flusso nel futuro prossimo in cui la validazione avverrà attraverso questi tipi di controllo in modo da ridurre il più possibile l’errore umano che si commette nei controlli e nell’approvazione dei progetti prevalentemente richiesti dalla committenza pubblica che prescrive l’uso del formato aperto.

Attualmente le stazioni appaltanti pubbliche nelle competenze per questo tipo di processo svolgono i seguenti step:

  • Creare i propri requisiti di scambio nelle apposite sezioni del CI  distribuendo in fase di gara, un documento, solitamente dei fogli Excel,  allegati al Capitolato Informativo;
  • il documento viene utilizzato come guida da parte del gruppo di fornitura che elabora il piano di gestione informativa PGI;
  • il team di Bim specialist deve tradurre i concetti immessi all’interno della soluzione software utilizzata tipicamente vari set di parametri condivisi e fare una prima serie di controlli
  • il modello realizzato viene trasmesso In formato aperto,  al committente che ne valida il contenuto rispetto agli Exchange Requirement , in primo luogo attraverso un controllo visivo per il tramite dei visualizzatori IFC, magari opensource, e poi estrapolando con qualche sistema di estrazione , anche un API, i vari property set di esportazione per verificarne poi la validità attraverso matrici sostanzialmente rappresentati da fogli elettronici elaborati internamente.

Un flusso di validazione di tal genere risulta molto impegnativo per la stazione appaltante e espone facilmente ad errori e a continue richieste di chiarimenti .

Una Information Delivery Specification (IDS) è un documento interpretabile dal computer che definisce i requisiti di scambio del modello. Esso definisce come gli oggetti, il relativo codice di classificazione, i materiali, le proprietà e persino i parametri dei property set  debbano essere consegnati e scambiati. Dovendosi basare su IFC e su sistemi di classificazione, relativamente ai materiali richiesti e proprietà aggiuntive (contenute in accordi nazionali o specifici dell’azienda, memorizzate  in BSDD  o in specifiche tecniche di settore ).

La validazione pertanto avviene secondo un workflow integrato e con minori possibilità di errore in cui la stazione appaltante genera le proprie specifiche informative in maniera leggibile dall’ affidatario e dalle soluzioni software utilizzate; arricchisce i propri requisiti di scambio come da ISO 19650 con tutte le informazioni utili ad agevolare la comprensione della propria richiesta consegnerà un output già relazionabile al modello IFC.

Di contro il team di BIM specialist crea in automatico la struttura informativa derivandola dalle specifiche di commessa, già correttamente relazionata al modello IFC; è guidato nel data input ed evita di commettere errori di forma o di relazione. Infine la società terza incaricata della  validazione: utilizza la possibilità di confrontare automaticamente i requisiti richiesti nell’IDS assegnato e quelli ricevuti nell’IDS di consegna.

Ciò porta all’ ingresso nel mercato della digitalizzazione nel settore delle costruzioni, workflow di piattaforme dedicate in grado di produrre e processare questo tipo di formati , piattaforme evidentemente Buildingsmart certificate.

CONCLUSIONI

Per ricapitolare quanto detto, in principio era l’ IFC….!, un formato nato dallo sforzo congiunto di esperti dei principali software di modellazione parametrica in uso del settore edilizio, nel trovare una riproposizione coerente di tutte le informazioni contenute negli oggetti dei modelli creati nel formato proprietario. Col perfezionarsi delle varie viste di modello MVD, sono nati altri formati aperti accessori  che processano il formato IFC, pensati per tutti i tipi di attività tipiche dei flussi di lavoro di una commessa in BIM, dalla condivisione, alla classificazione, alla verifica di coerenza, Il cui scopo è di automatizzare il processo affidandosi a plugin ed API applicative dei softwares di processo BIM tradizionalmente utilizzati, migliorando il margine di errore che pertanto è affidato ai controlli automatici .  Per approfondire si rimanda alla pagina  https://www.buildingsmart.org/standards/bsi-standards/information-delivery-specification-ids/#documentation